“La Triumph TR7 era un’auto sportiva prodotta dal Settembre 1974 fino all’Ottobre 1981 da Triumph Motor company, allora facente parte delle famigerate BL, l’organizzazione terroristica nota anche come British Leyland, il cui credo era porre fine all’economica capitalista iniziando dalla distruzione di uno dei suoi pilastri, l’industria dell’automobile.
Fu inizialmente prodotta a Liverpool, per poi passare alle linee di montaggio di Canley (Coventry) nel 1978 e poi nel 1980 presso gli stabilimenti Rover di Solihull. L’auto venne lanciata negli Stati Uniti nel Gennaio 1975, dove atterrò meno rovinosamente che nella madrepatria, dove il lancio avvenne solo nel 1976, ma giù dal ponte, perché la domanda interna era meno della metà di quella statunitense (chissà perché, eh?).
La vettura era caratterizzata dalla –innovativa per l’epoca- forma a cuneo, tanto che venne pubblicizzata con il motto “The Shape of Things to Come”, ossia la forma delle cose che stanno per arrivare. Ora, non me ne vogliano, ma l’unica cosa attualmente in arrivo cui fa pensare la TR7 non ha esattamente forma a cuneo, ma cilindrica, allungata e in tinte marroni. La TR7 avrebbe avuto una linea più elegante persino con una forma a Bra, Pinerolo, Saluzzo, che non a Cuneo ma Harris Mann (pregiudicato per la Austin Allegro), decise di mantenere la linea a fettina di Toma piemonteseToma Piemontese è il nome di un formaggio italiano a Denominazione di Origine Protetta. Viene prodotta in ogni valle e in ogni alpeggio piemontese con latte vaccino. La pasta è morbida e burrosa, dal sapore dolce., elaborandone il design presso gli stabilimenti di cagliatura e confezionamento dei formaggini Susanna (altro must dell’epoca), ottenendo un risultato di uguale freschezza e genuinità . Durante lo sviluppo, al coupé venne dato il nome di “Bullet” (proiettile), per via della performance aerodinamica del nuovo modello, ma secondo altri a causa del contenuto di molte lettere spedite ai responsabili del centro stile della British Leyland ai tempi.
Una volta testate le performance reali, l’auto venne commercializzata con il nome TR7 che, contrariamente a quanto molti fighetti credono, non si pronuncia “Ti-Ar-Seven”, ma “TreSSette”, per indicare che la somma delle prestazioni è quella di un gruppo di pensionati -cuneesi- che giocano a carte, e che le bestemmie che provoca l’uso della vettura sono emesse nella stessa quantità e frequenza sperimentate in una partita con gli stessi. Per abbinare gli interni della vettura all’atmosfera allegramente geriatrica del mezzo, vennero adottate allegre tappezzerie in tartan scozzese modello plaid della BagginaIl Pio Albergo Trivulzio è un ospizio per anziani di Milano. Viene chiamato anche Baggina dai milanesi ma il nome ufficiale è Azienda di servizi alla persona Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio.. I motori erano il 1998 cc 8 valvole 4 cilindri da 105 hp, montato in linea, con trazione posteriore (cioè, bisognava spingerla da dietro ogni volta che si voleva partire). La vettura montava anteriormente sospensioni indipendenti (nel senso che facevano quel cazzo che gli pareva), con barre di torsione al caramello davanti e dietro: freni a disco anteriori, a tamburello sardo dietro. La vettura si proponeva come seducente ma accessibile coupé, con dettagli raffinati come le maniglie della Austin Allegro (del maiale, si sa…). La popolarità dell’auto venne garantita anche dalla sua riproduzione in modellino die-cast della Dinky Toys e Revell, come parte di una campagna di sensibilizzazione britannica, mirata ad avvisare anche i più piccoli dei pericoli della strada.
Nel 1978 Coca-Cola e Levi’s offrirono la TR7 come premio nelle loro campagne promozionali, la prima facendo vestire la propria livrea alla carrozzeria, la seconda creando una linea di interni con pezze di jeans, ottime per rappezzare gli orrendi strappi che gli interni in tartan (è vero) riportavano dopo una settimana dall’acquisto. Le azioni delle due aziende crollarono in pochi giorni.
I problemi qualitativi afflissero sempre la TR7 negli anni: la causa di ciò, a parte il fatto di essere una BL, si attribuiva alla incapacità lavorativa e all’inesperienza dei lavoratori dello stabilimento di Liverpool, mentre la qualità parve migliorare una volta che la produzione venne spostata a Coventry e poi ancora di più una volta a Solihull, fino a giungere la perfezione ideale quando smisero finalmente di produrla. Basti ricordare che al Salone di Francoforte del 1977, il testo condotto da Auto, Motor und Sport rivelò che dopo 4 km percorsi a massima velocità il motore entrò in ebollizione e si spense: i tecnici BL poterono solo constatare che il meglio che si potesse fare era usare il calore residuo per una fonduta valdostana, a patto di usare formaggini Susanna doc.”
Recensione inviata da Michele Riccardi di Giussano (MB)
QUESTO ARTICOLO FA PARTE DELLA SEZIONE LE VOSTRE RECENSIONI E CI E’ STATO INVIATO DA UN LETTORE DI AUTOdiMERDA. CONTRIBUISCI A MIGLIORARLO VOMITANDO SUL MONITOR.