La Tata Indica, indicativamente è una cagata, nel dettaglio pure. Viene classificata benevolmente come utilitaria di segmento intermedio tra la fascia A e la fascia B e si sfascia facilmente in tutti i segmenti (della carrozzeria) anche non necessariamente intermedi. Prodotta a partire dal 1998 dal tempio indiano Tata Motors, la Indica è stata sin dal debutto il modello mistico più rincorso dai seguaci attraverso dei percorsi spirituali a doppia carreggiata per il raggiungimento del Karma interiore, ma si trattava evidentemente di Karma apparente perché poco dopo i devoti incominciarono ad incazzarsi un po’. In effetti affianco ad una linea soporifera già ricorrente negli incubi dei possessori di Fiat Palio (la world car italo-brasiliana erede della Duna) si riscontravano delle finiture interne e dei materiali abbastanza trascendentali e già trasmigrati con l’anima de li mortacci dei suoi progettisti (tipica imprecazione di un acquirente indiano). Nel Regno Unito tra il 2003 ed il 2005 la Indica fu importata dalla ormai squattrinata MG Rover e rimarchiata addirittura come Rover CityRover senza sostanziali modifiche estetico-qualitative a parte il blasonato emblema della Casa britannica apposto indegnamente sul frontale e raffigurante adesso la nave vichinga che cola a picco insieme a tutto il gruppo MG Rover, fallito proprio nel 2005. Fatto ancora più disarmante è che lo stesso marchio Rover, dopo aver venduto i diritti di produzione dei modelli Rover 25/75 alla Casa automobilistica cinese SAIC (Shanghai Automotive Industry Corporation) sia stato adesso taroccato in “Roewe” con tanto di logo ancora più taroccato del nome stesso: a breve probabilmente anche Dio sarà venduto ai cinesi e ribattezzato Zio. MG insieme ai marchi Jaguar e Land Rover sono stati venduti invece recentemente dalla Ford, proprio alla Tata Motors. Un aneddoto simpatico accompagna la breve storia della CityRover: La trasmissione televisiva inglese Top Gear, nota per i suoi umoristici ma severi servizi e test effettuati sulle auto, chiese a Rover la possibilità di testare la piccola utilitaria, possibilità però mai concessa dal costruttore che si rifiutò categoricamente di prestarne un esemplare. James May, co-presentatore del programma, si recò allora in incognito presso un concessionario filmando il tutto con una telecamera nascosta. La sua ultima dichiarazione fu che la CityRover fosse stata la peggiore auto che avesse mai guidato per il suo show!
Tutto sommato la Tata Indica era frutto di un progetto datato, nato già nei primi anni 90 e destinato a motorizzare l'India con una serie di automobili compatte e poco costose. Ne dovremmo essere persino orgogliosi perché il design fu curato proprio dall'italiana I.DE.A Institute (acronimo di Istituto DEgli Alcolizzati) di Torino (ma con proprietari svizzeri), un centro di assistenza nel quale i pazienti possono, in piena euforia e confusione mentale, disegnare delle macchinine sugli album. Alcuni dei loro recenti lavoretti attaccati sulle mura delle aule sono: Daihatsu Move, Daewoo Nubira, Kia Rio, Tata Indigo, Tata Nano e, guarda un po’, Fiat Palio: Forza Italia! Domani chiedo l’espatrio. Le motorizzazioni 1,4 lt. sia benzina che diesel sono state sviluppate dalla Tata Motors in collaborazione con l'azienda austriaca AVL. E pensare che avevamo tutto qui a portata di mano e nessuno ha mai pensato di raderli al suolo... strano. Per il modello fu sviluppata una carrozzeria a cinque porte con cinque posti in modo da garantire una notevole disponibilità di vie di fuga. In India, al lancio, la vettura fu proposta in un unico allestimento base corrispondente ad un prezzo odierno di circa 4.000 Euro personalizzabile con alcune statuette e talismani portafortuna, gli esemplari destinati all'Europa invece disponevano di numerosi accessori di sicurezza di serie per rispettare gli standard (e i prezzi) in vigore - per la serie: se muore qualcuno in India chi se ne frega. La vettura fu quindi importata in Italia dal 2000 ad un prezzo superiore ai 17 milioni di Lire. Lievemente aggiornata nel 2007, la Indica V2 offriva anche degli interni in pelle di porcellino d’India e il tetto apribile con pozzo artesiano a pressione naturale. L’effettiva seconda serie debutta nel 2008 sotto la denominazione di Indica V3 (Indica Vista in alcuni mercati) affiancandone la precedente e con un progetto inedito e motori sviluppati in joint-venture con Fiat. Da segnalare infine come la Tata Indica, stranamente non sia benaccetta dalle officine meccaniche nelle quali, spesso, il responsabile vedendo la vettura alza il dito medio e ti.. “Indica” la strada da seguire.
SCARICA I WALLPAPER [1280X1024] APRI L'IMMAGINE, POI TASTO DESTRO SALVA CON NOME
ANNUNCI DI MERDA: € 1.500,00
”Vendo Tata Indica 1400 diesel del 2002. Per chi non la conoscesse è un monovolume americano di tendenza (di solito a destra ma ho prenotato la convergenza) Chiedo poco perché sono una persona onesta e non un approfittatore. L’auto quota ancora 10.000 Euro (fonte: io)” (vedi l'annuncio originale in .pdf)