STEYR PUCH HAFLINGER ..by L. De Dionigi

STEYR PUCH
LE VOSTRE RECENSIONI “Lo Steyr-Puch 700 AP, più conosciuto con il nome di “Haflinger” (nome in tedesco d’una razza equina alto atesina, in lingua italiana Avelignese), fu un veicolo austriaco estremamente leggero ed essenziale, studiato per operare su strade di montagna. Venne studiato principalmente per operazioni militari e le sue caratteristiche d'agilità, grazie ad una lunghezza di 2,85 m e ad una larghezza di appena 1,35 m, furono assai apprezzate; la produzione andò dal 1959 al 1974 e fu di circa 16.600 esemplari. Era motorizzato da un piccolo bicilindrico di 643cc e dotato di trazione integrale. Tuttavia - per le sue caratteristiche e la sua praticità - oltre che dai militari, fu assai apprezzato anche nelle valli austriache e altoatesine, in particolare da boscaioli (per trasportare a valle il legname), da fienaioli (per trasportare nelle stalle il fieno degli alti pascoli) e da caccaioli (per trasportare il letame negli orti di montagna). Chi percorra quelle valli potrà vederne ancora qualcuno tenuto con cura dal proprietario e da lui appropriatamente usato come mezzo da lavoro.
Per questo definire l’Haflinger un’ AdM appare improprio: sarebbe come definire AdM un trattore Landini “Testa Calda” o una motozappa... Assurdo! Ebbene, il motivo per cui si propone questo mezzo sta nel fatto che, purtroppo, già in quegli anni la mala pianta dei fuoristradisti dilettanti (o aspiranti tali) aveva cominciato a diffondersi, e le varie “Suzukine” non erano ancora apparse sul mercato, il quale - tranne mezzi costosi tipo “Land Rover” e “Campagnola”, più qualche vecchia, assetatissima Willys o “Matta” da restaurare o restaurata alla meglio - offriva ben poco a chi disponesse di modeste risorse pecuniarie: Citroën "Sahara" (ideale per fuoristradisti afflitti da stipsi, sebbene meno peggio di quanto si pensi), Ferves “Ranger” (un “oggetto misterioso” citato anche nel Forum), più pseudo fuoristrada a due ruote motrici, tipo Savio “600 Giungla” sulle cui qualità “off-road” è meglio stendere un velo pietoso (altri mezzi non mi vengono in mente, ma sarò grato se qualche “aficionado” mi rinfrescherà la memoria in materia).
Quindi, a un limitato numero d’aspiranti fuoristradisti con tasche non troppo fornite, l’Haflinger sembrò una vera pacchia, anche se la scelta sapeva tanto di “Vorrei ma non posso”; non come adesso che il principio sembra essere “Potrei ma non voglio”, ovvero “Chi cazzo me lo fa fare di portare fuori strada il mio SUV da 60.000 euro, che finirò di pagare nel 2050? Magari si sporca, si striscia, s’ammacca, oppure mi parte la centralina su qualche mulattiera di merda e devo mandarlo a recuperare con l’elicottero da carico... Tié” I guai per gli acquirenti cominciarono quando si resero conto che l’Haflinger non era mezzo da esibire ad amici e sbarbine (termine attualmente sostituito da “aspiranti veline”) del “Caffè Centrale”, bensì un mezzo da lavoro, rustico e ben realizzato, ma niente più: sicché, invece di fare la figura dei fighetti, i tapini fecero la figura dei buzzurri e fu perciò che il mezzo scomparve rapidamente dalle vie cittadine per tornare - giustamente - tra malghe, alpeggi e rifugi.
Morale della recensione: più che il mezzo -il quale, come detto sopra, non è il caso da citare tra le AdM - bisognerebbe pigliare per i fondelli certe fisse e certi automobilastri che, invece di diminuire, aumentano a vista d’occhio. Del resto questo è il messaggio subliminale del sito.. o no?”

Recensione inviata da Luciano De Dionigi di Padova

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