ZAZ SERIE 960 ..by Luciano De Dionigi

ZAZ SERIE960
LE VOSTRE RECENSIONIOvvero: Raccapricciante seconda parte della tragica saga
iniziata con la 965A

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Nel 1967 la 965A non venne buttata nel Volga assieme alla relativa linea di montaggio e ai progettisti, come sarebbe sembrato logico, bensì venne affiancata da una nuova scarica diarroica, la 966. Pur conservando la meccanica, sostanzialmente invariata, della 965, la 966 aveva una carrozzeria completamente nuova che la faceva apparire un porcaio molto più trendy. Anche questa vettura s'ispirava a un modello occidentale: la NSU Prinz (per la serie “il fascino dell’orrido”); a causa di questa scelta, i responsabili rischiarono seriamente l’internamento senza processo nel noto Gulag della Kolyma, ma per loro fortuna (e per sfortuna degli automobilisti russi) il Soviet Supremo diede il suo benestare, dopo un’interminabile discussione rallegrata però da 3280 bottiglie da 1.5 litri di vodka Moskowskaya, 7600 casse di birra cecoslovacca Budweiser originale (non americana, ovviamente), 8200 casse di champagne della Crimea, 6500 scatole formato maxi di caviale Beluga, 45 marmittoni giganti pieni di zuppa a base di cavolo nero e panna acida, e due reggimenti di professioniste ucraine e moldave espertissime nell’arte grazie a cui una certa Monica (con cognome polacco che non rammento) conobbe il suo quarto d’ora di notorietà; tanto i membri del Soviet avevano cinque o sei Mercedes o Jaguar personali nel garage delle loro dacie e se ne stropicciavano se i loro sudditi (i pochi che potevano permetterselo) dovevano accontentarsi di simili oscenità. Elementi tipici erano i convogliatori a orecchio d'elefante (molto graditi ai passanti pressati da urgenze vescicali, che usavano come orinatoi di fortuna quelli delle ZAZ parcheggiate in strada, dopo aver accuratamente controllato che non passasse qualche auto civetta della Gendarmeria Proletaria); inoltre, con sovrapprezzo, erano fornite maschere antigas (residuato bellico dell’Armata Rossa, da smaltire in qualche modo), le quali avevano una duplice funzione: occultare le sembianze degli occupanti per evitare, di fronte ai loro amici, figure da tamarri sfigati e resistere ai profluvi emanati dalle "padelle" in lamiera zincata alloggiate sotto i sedili e utilizzabili anche durante gli spostamenti (un optional peraltro molto gradito viste le distanze da percorrere in Russia). Dal punto di vista tecnico l'unica novità era il lieve potenziamento del motore da 26 a 30cv, grazie alla possibilità d’usare pregiata vodka a 92° (distillata di contrabbando nella sterminata pianura russa) in luogo della benzina a 12 ottani e residuo bituminoso del 20 % allora in uso, quando uno la trovava. Nel 1972 venne lanciata la 968, con motore di cilindrata maggiorata a 1197cc e lievi modifiche estetiche rispetto alla 966 (diverso fregio frontale e nuovo profilo laterale lucido, entrambi molto ambiti dai ladri, assieme alle introvabili spatole tergivetro).
Nel 1974 la 966 uscì di scena, mentre nel 1978 debuttò la 968M, ma la fetenzìa rimase praticamente immutata. Rispetto alla 968 precedente, la M presentava alcune modifiche estetiche (nuovo fregio anteriore sottile, paraurti con cantonali in plastica smontabili e utilizzabili come calzascarpe, eliminazione dei convogliatori e delle "padelle", sostituite da un condotto comunicante direttamente con lo scappamento, tanto il fetore dei gas di scarico era anche peggio di quello delle deiezioni).
La 968M, tra il 1980 ed il 1984, venne importata anche in Italia ma con scarsi risultati, nonostante il prezzo più basso in assoluto (Fiuuu! L’abbiamo scampata bella!), e venne prodotta fino al 1990 ma sarebbe durata fino alle calende greche se l’URSS non fosse collassata.”

Recensione inviata da Luciano De Dionigi di Padova

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